Riforma del lavoro e Welfare i temi del congresso nazionale CIFA a Roma |
Venerdì 05 Dicembre 2014 09:57 |
Roma, 3 Dicembre 2014 - Il Convegno promosso dalla CIFA - Confederazione Italiana delle Federazioni Autonome - dal tema “La riforma del lavoro nell’Italia che cambia”, tenutosi ieri nella prestigiosa sede della Pontificia Università Agostiniana, ha messo in rilievo, attraverso gli interventi dei relatori, gli aspetti più attuali legati alla riforma del lavoro (Jobs Act) con uno spazio di approfondimento sull’interessante tema del Welfare e delle politiche di conciliazione del lavoro con la Famiglia. All’iniziativa, che è stata patrocinata dal Fondo Interprofessionale FonARCom, la cui componente datoriale è proprio la CIFA (una confederazione datoriale autonoma costituita da una galassia di oltre 120mila imprese per un totale di 700mila lavoratori coinvolti), si è discusso di nuove regole per il modno del lavoro che ha subito profonde trasformazioni. È il Presidente delle due organizzazioni (la CIFA ed il Fondo FonARCom) Andrea Cafà a mettere in rilievo con il suo intervento luci ed ombre del provvedimento governativo approvato dalla Camera. A suo giudizio si tratta di un intervento che prefigura regole più adeguate alle trasformazioni intervenute nel mondo del lavoro ed ha citato il contratto a tempo indeterminato con tutele crescenti per anzianità di servizio, elogiato perché prezioso per le persone fino a oggi prive di garanzie occupazionali, dalla più marcata flessibilità in entrata e uscita, accompagnata da una rete efficace di ammortizzatori finalizzati al reinserimento professionale, ma che richiede risorse adeguate per costruire un’Agenzia Nazionale del lavoro dotata di persone competenti che operino nei territori, e per adottare unvoucher che ogni persona può spendere presso il centro per l’impiego più efficiente. “Il pacchetto di iniziative promosso da Palazzo Chigi – rileva Cafà – non potrà creare nel breve termine nuovi posti di lavoro ma produrrà buoni frutti nella fase di ripresa economica e di aumento degli investimenti produttivi". Inoltre, sul tema della bilateralità, ha affermato che è necessario però ridurre e snellire il numero enorme di contratti collettivi.
Un nuovo umanesimo nell’economia Tutte queste misure, però, non realizzeranno le loro potenzialità innovative senza un salto culturale. A illustrarne il valore è l’economista delle Università “Cattolica del Sacro Cuore” e “Milano-Bicocca” Alessandra Smerilli: “La realtà produttiva oggi fatica a riconoscere il lavoro come frutto della dignità della persona – atto volontario di libertà e creatività con valenza spirituale – e la famiglia, ridotta a realtà che risparmia e consuma. E così il lavoro, esaltato ed elevato a misura di tutte le cose dalla cultura egemone, è svilito sempre più a funzione del profitto e delle rendite. Ne scaturisce una corsa sfrenata a comprare anche quando non vi sono le risorse sufficienti, incoraggiata dal predominio della finanza e dei grandi capitali che non si accontenteranno di una riduzione del costo del lavoro per ritornare in Italia e in Europa. L’unica via di uscita – rimarca la studiosa – è una nuova alleanza tra mercato civile, famiglia e comunità. Fattori essenziali e ‘canali morali’, già prospettati nel Settecento dall’economista Antonio Genovesi, per alimentare fiducia condivisa e autentico sviluppo”.
Il mercato del lavoro resta diviso È difficile prevedere se il Jobs Actdel governo Renzi realizzerà obiettivi di tale respiro antropologico. “Per ora - ricorda il parlamentare del Partito democratico e presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano - vi è un testo frutto di un compromesso che all’inizio appariva una missione impossibile”. Protagonista della laboriosa e febbrileattività di correzione del progetto originariosu cui “il premier voleva porre la fiducia”, il rappresentante della minoranza del Nazareno mantiene inalterate le riserve critiche. A cominciare dall’emanazione, entro il termine del 2014, del primo decreto legislativo riguardante il contratto a tempo indeterminato con tutele crescenti. “Rapporto - precisa l’ex ministro del Welfare - valido esclusivamente per le persone neo-assunte. Altro che garanzie universali e superamento del regime diapartheidtra lavoratori privilegiati e non”. Riguardo lanuova formulazione dell’Articolo 18, Damiano ritiene che l’onere della prova per i licenziamenti economici e disciplinari spetti all’imprenditore. E che l’entità degli indennizzi sostitutivi del reintegro nel posto di lavoro debba restare rilevante.
Flessibilità nella previdenza e riduzione dell’orario di lavoro “Ma ora - è la sua convinzione - il problema concerne la Legge di stabilità, provvedimento che registra tre gravi pecche: mancano 400 milioni ai 3 miliardi e 300 milioni necessari per una copertura universale di chi resta privo di occupazione; vengono eliminati dal 2015 i 7-8 miliardi di incentivi triennali previsti fino al 2014 per le assunzioni effettuate dalle aziende del Mezzogiorno; è introdotto unaggravio fiscale sui fondi pensione complementare”. Le strade da intraprendere, a suo avviso, per un’inversione di rotta prevedono un regime di flessibilità, tramite premi e penalizzazioni, dell’età previdenziale: “Regole che dovrebbero coinvolgere le persone tra i 62 e 70 anni con 35 anni di anzianità lavorativa. Permettendo a chi vuole di lavorare oltre il limite dei 67 anni attualmente previsti per ricevere il trattamento pensionistico”. E ancora un intervento europeo di redistribuzione del reddito e allargamento della platea degli occupati. La ricetta del parlamentare del Pd rilancia con lievi modifiche un progetto caldeggiato dalle sinistre continentali negli anni Novanta: la riduzione dell’orario di lavoro, fiscalmente agevolata e con un leggero calo della retribuzione. Nel corso del Convegno è stato presentato un dipinto della pittrice Anna Giannone, commissionato dalla CIFA per celebrare i valori dell’Uomo e del Lavoro, quale dono che è stato consegnato dal Presidente Cafà, insieme ad una nutrita delegazione di rappresentanti della Confederazione provenienti da tutta Italia, nelle mani del Santo Padre Papa Francesco nell’ambito dell’Udienza Generale del Mercoledì a San Pietro. (Nella foto il Presidente CIFA-FonARCom Andrea Cafà durante la consegna del dipinto di Anna Giannone al Santo Padre) a cura Ufficio Stampa CIFAItalia
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